La tecnologia e la funzionalità delle chiavi per automobile si sono evolute in modo drammatico negli ultimi anni.
Oggi addirittura è possibile ipotizzare che le chiavi delle automobili del futuro potrebbero essere utilizzate per effettuare dei pagamenti, come dimostrano alcune realizzazioni, in avanzato stadio sperimentale presso alcuni grandi costruttori di automobili.
15 anni fa le chiavi erano esclusivamente meccaniche, ma già da parecchi anni nella impugnatura della chiave è stato introdotto un componente elettronico, che permette di svolgere la duplice funzione di telecomando delle portiere e di interfaccia con il dispositivo di avviamento (immobilizer). Premendo un bottone, è possibile sbloccare le portiere ed inserendo la chiave nel blocca sterzo è possibile dialogare con il dispositivo RFID - radio frequency identification device, che permette di sbloccare il circuito di avviamento.
Oggi alcune vetture, come la Toyota Aurys, permettono addirittura di svolgere tutte queste attività senza alcun intervento manuale da parte del conducente.
Quando il conducente si avvicina alla vettura, il trasponder incorporato nella chiave sblocca automaticamente le porte e il conducente, dopo essersi seduto al posto di guida, può premere un pulsante di avviamento, senza mai estrarre le chiavi dalla tasca.
I circuiti integrati che svolgono queste funzioni lavorano a varie frequenze, ad esempio a 125 kHz per lo sblocco dell'avviamento ed a 315 - 928 MHz per il dialogo a distanza con i circuiti di sblocco delle portiere.
Ad oggi, tutti i collegamenti senza fili fra una automobile e la sua chiave sono realizzati con apparecchiature, che sono gelosamente controllate dai fabbricanti di automobili, e non è possibile alla porzione elettronica della chiave dialogare con altri apparati.
Tuttavia si stanno già sviluppando nuove applicazioni sperimentali oltremodo interessanti.
Ad esempio, un telefono cellulare può essere utilizzato per leggere i dati che sono stati archiviati nell'elettronica della chiave, ad esempio le coordinate GPS del punto in cui la autovettura è stata parcheggiata. Tali coordinate sono estratte dal navigatore di bordo. Gli autisti distratti possono così ritrovare facilmente la vettura, visualizzando sul proprio telefono cellulare le coordinate del punto di parcheggio. Addirittura, se il telefono cellulare è di tipo avanzato, si può visualizzare la posizione topografica in cui la vettura si trova.
Questo soluzione è più realistica, rispetto a visualizzare la posizione dell'automobile sul display incorporato della chiave elettronica, per le minori esigenze energetiche della precedente soluzione.
Per poter sviluppare nuove applicazioni, occorre mettere a punto delle interfacce standardizzate, che però devono avere caratteristiche particolari, per non assorbire troppa energia dalla piccola batteria incorporata in tutte le chiavi elettroniche.
La chiave dell'auto diventa strumento di pagamento
Per consentire alla chiave dell'automobile di trasformarsi in uno strumento di pagamento di prossimità, occorre includere un elemento di sicurezza, che permetta di garantire la integrità e correttezza della transazione. È così sufficiente avvicinare la chiave al punto di pagamento, per autorizzare la transazione finanziaria.
L'elemento di sicurezza deve essere basato su di un algoritmo crittografico ad alta resistenza, e deve essere garantita la compatibilità della transazione con strumenti già disponibili sul mercato.
Oggi alcuni grandi costruttori tedeschi stanno già lavorando su questa soluzione, ed è probabile che nel giro di un paio d'anni questa opzione potrà essere disponibile per vetture di alta gamma.
I problemi da superare sono tuttavia numerosi, come ad esempio il fatto che il circuito elettronico deve essere in grado di funzionare correttamente, anche con ampie variazioni della tensione di batteria, come normalmente avviene in un dispositivo portatile, come appunto una chiave elettronica per automobile.
Vi sono poi altri problemi legati alla grande dinamica della temperatura ambientale, cui una chiave può essere esposta.
Il fatto di realizzare dei circuiti integrati che siano compatibili con le attuali normative, applicabili alle trasmissioni di prossimità, offre una ulteriore garanzia dell'affidabilità della soluzione.
I laboratori di ricerca avanzata delle case automobilistiche per ora non danno molte informazioni su questi sviluppi, probabilmente perché sono in attesa di presentarli con adeguato supporto promozionale, quando la fase sperimentale sarà stata superata con soddisfazione ed una nuova frontiera di flessibilità sarà stata così posta a disposizione degli automobilisti.
Nel frattempo i lettori stiano tranquilli: non mancheremo di tenerli informati
Ing. Adalberto Biasiotti